Il Re del titolo è lui, Le Roi Michel Platini, ma il libro di Stefano Discreti
celebra tutta “la Juventus più bella”, quella che è rimasta nel cuore di
milioni di tifosi per le sue vittorie (una Coppa Intercontinentale, una
Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea
e due scudetti, il tutto nel giro di cinque anni) ma forse ancora di più per
la forza e la bellezza del gioco espresso da quel gruppo di straordinari
campioni.
Ne "Gli anni del Re" Stefano Discreti, scrittore e grande esperto
di storia bianconera, ripercorre quelle ormai mitiche stagioni in un
racconto originale, arricchito da moltissime fotografie e dalle
testimonianze dirette di protagonisti e ammiratori di allora e di oggi.
celebra tutta “la Juventus più bella”, quella che è rimasta nel cuore di
milioni di tifosi per le sue vittorie (una Coppa Intercontinentale, una
Coppa dei Campioni, una Coppa delle Coppe, una Supercoppa Europea
e due scudetti, il tutto nel giro di cinque anni) ma forse ancora di più per
la forza e la bellezza del gioco espresso da quel gruppo di straordinari
campioni.
Ne "Gli anni del Re" Stefano Discreti, scrittore e grande esperto
di storia bianconera, ripercorre quelle ormai mitiche stagioni in un
racconto originale, arricchito da moltissime fotografie e dalle
testimonianze dirette di protagonisti e ammiratori di allora e di oggi.
C’è tutto: dalla delusione di Atene per la traumatica sconfitta in finale
di Coppa dei Campioni contro l’Amburgo alla gioia di Basilea per la
vittoria in Coppa delle Coppe contro il tenace Porto, dall’epico successo
in Supercoppa Europea contro il fortissimo Liverpool nella magica cornice
di una Torino innevata alla sfida senza tempo di Tokyo contro l’Argentinos
Juniors, in quella memorabile finale di Coppa Intercontinentale che
consacrò la Juve come squadra più forte al mondo.
In mezzo, il buco nero della tragedia dell’Heysel, il 29 maggio 1985, che
segnò tutti per sempre. Era la Juve dello stile dell’Avvocato e della
concretezza di Umberto Agnelli, della voglia di vincere di Boniperti e
della grinta di Trapattoni. Era la Juve di
Zoff-Gentile-Cabrini-Furino-Brio-Scirea-Tardelli-Bettega. Era la Juve del
collettivo, con Brady direttore d’orchestra.
Avrebbe dovuto diventare la Juve di Rossi e Boniek.
In poco tempo divenne la Juve di Michel Platini. Le Roi.
di Coppa dei Campioni contro l’Amburgo alla gioia di Basilea per la
vittoria in Coppa delle Coppe contro il tenace Porto, dall’epico successo
in Supercoppa Europea contro il fortissimo Liverpool nella magica cornice
di una Torino innevata alla sfida senza tempo di Tokyo contro l’Argentinos
Juniors, in quella memorabile finale di Coppa Intercontinentale che
consacrò la Juve come squadra più forte al mondo.
In mezzo, il buco nero della tragedia dell’Heysel, il 29 maggio 1985, che
segnò tutti per sempre. Era la Juve dello stile dell’Avvocato e della
concretezza di Umberto Agnelli, della voglia di vincere di Boniperti e
della grinta di Trapattoni. Era la Juve di
Zoff-Gentile-Cabrini-Furino-Brio-Scirea-Tardelli-Bettega. Era la Juve del
collettivo, con Brady direttore d’orchestra.
Avrebbe dovuto diventare la Juve di Rossi e Boniek.
In poco tempo divenne la Juve di Michel Platini. Le Roi.
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