Quante scuse, quanti alibi per le
squadre nostrane. Allenatori, giocatori e dirigenti proferiscono, dando colpe,
all’ardua preparazione per discolpare i continui e pesanti risultati negativi
nelle tournèe estive, che pongono di fronte top club europei e non, non europei
e non top club..
Ma le squadre straniere non fanno
la preparazione, mai, non hanno i carichi di lavoro ? Come mai allora sembrano
sempre più forti, non in apnea, con le gambe che girano meglio ? Cosa
combineranno poi mai durante l’annata senza la fantomatica preparazione
all’italiana ?
La risposta alle varie domande è
semplicemente una: arrivano sempre in fondo alle coppe, da vincitori o
protagonisti totali, mentre le italiane sono scoppiate a metà marzo. Sono più
forti e basta, stop al frignare. Ma questo perché ? Disponibilità economiche
maggiori e quel che ne deriva, ma non solo..
La filosofia italiana del pensare
prima a non perdere, a non subire, che a vincere e ad infliggere, è troppo
penalizzante e troppo sbagliata, ed implica un modulo e degli schemi troppo
rinunciatari.
Direi che per vincere in Europa
serve spregiudicatezza tattica e mentale, un buon 433 o un 4231 o un 4312 con
il trequartista vecchia maniera.
Gli allenatori italiani parlano di
equilibri, i dirigenti di bilancio.
Ma dove si vuole andare così ? Meglio
stare a giocare nel giardinetto di casa..
Il fair play finanziario poi, è
una barzelletta inventata da chi non può o non vuole spendere.
Alle società italiane non
interessa prendere sberle a tutt’andare contro le squadre estere, aggrappandosi
poi all’ancora delle nette disparità economiche, ma conta solo il predominio e
porgere importanti umiliazioni tra esse. Infatti vedrete che appena, se mai,
una squadra italiana verrà rilevata da qualche sceicco, tutte le altre si
muoveranno alla disperata per cercare aiuti ed introiti arabi, cinesi o russi,
in giro per il globo, perché conta solo la reputazione, la figura e la rivalità
italiana per loro.
BREGOLATO MORRIS
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