L'ostile Juve
di Marco Travaglio
Gentile John Elkann, Le scrivo da appassionato di calcio, ma soprattutto da juventino che aveva
appena smesso di vergognarsi di esserlo dopo la dipartita di Moggi & C. grazie allo scandalo di
Calciopoli. Ora, se possibile, gli juventini perbene, che hanno iniziato a tifare ai tempi di Boniperti,
Trapattoni, Zoff, Scirea, Gentile, Cabrini, Tardelli, Platini, e anche di Conte, quando la società indossava
un certo “stile”, sono costretti a vergognarsi ancor più di prima. Mai infatti, nemmeno negli anni bui di
Calciopoli, la Juventus si era spinta a tanto: manipolava arbitri e campionati, ma non negava alla giustizia
sportiva il diritto di fare il suo dovere. Oggi invece Suo cugino - il signorino Andrea, che porta il cognome
francamente eccessivo degli Agnelli - ha trasformato la società in una succursale del Pdl: da mesi insulta la
Federazione di cui è uno dei soci più autorevoli e demolisce le regole e le istituzioni della giustizia sportiva, quasi fossero frutto di un complotto planetario contro la Juve, decise all’insaputa del club
più potente d’Italia. Ma non sempre: solo quando danno torto alla Real Casa. Se la giustizia sportiva
respinge i ricorsi per riottenere gli scudetti inquinati e dunque revocati, è una congiura e scattano addirittura
le denunce civili per risarcimento danni (tanto la tremebonda Figc, che per molto meno ha deferito
giocatori e dirigenti di altri club, porge l’altra guancia).
Se condanna Conte in primo grado e in appello - fra l’altro per vicende cui la Juve, una volta tanto, è
estranea - è “caccia alle streghe” o, per dirla con Berlusconte, i giudici sono “tifosi ” e “pappa e ciccia”
con i testi d’accusa (ma non aveva chiesto di patteggiare su consiglio dei legali della società? S’è mai
visto un innocente che patteggia?). Se invece gli juventini Bonucci e Pepe vengono assolti in entrambi i
gradi di giudizio, il verdetto è sacrosanto e giustizia è fatta. Che direbbe, se fosse vivo, Gianni Agnelli? Era
tutt’altro che una mammoletta. Ma quando Boniperti usava Moggi come osservatore, non lo faceva entrare
in sede: l’Avvocato lo chiamava “il nostro stalliere” e mai l’avrebbe promosso non dico direttore generale,
ma nemmeno magazziniere. Quando, nel 1980, la società fu coinvolta nello scandalo scommesse per un
famigerato Bologna-Juve, non si ricorda una sola parola dell’Avvocato, di Boniperti giù giù fino al
vicemassaggiatore, contro la Figc e i suoi organi inquirenti e giudicanti. E quando la Fiat, come quasi
tutti i grandi gruppi, fu coinvolta in Tangentopoli, Gianni Agnelli si guardò bene dall’attaccare i magistrati. Anzi disse: “È bene che i magistrati lavorino serenamente e tranquillamente. Gli scandali è sempre
bene che vengano a galla. Ritengo importante che si faccia piena luce e si accertino i fatti. Non credo alle
mezze misure. In certe situazioni è determinante la chiarezza totale”; “Anche in Fiat si sono verificati
alcuni episodi non corretti di commistione con il sistema politico. Credo sia errato e fuorviante pensare
che le indagini della magistratura siano parte di un complotto o di oscure manovre politiche”. Si dirà: era
pura ipocrisia. Può darsi: ma l’ipocrisia è la tassa che il vizio paga alla virtù. Ora si evade anche quella.
Domani inizia un campionato turbolento che, complice la crisi, potrebbe diventare teatro di violenze
e intemperanze fra tifosi. Non crede, gentile Elkann, che sarebbe molto opportuna qualche parola
distensiva dal club campione d’Italia, magari mutuata da quelle dell’Avvocato sui magistrati che devono
“lavorare serenamente e tranquillamente”, sugli scandali che “è sempre bene che vengano a galla”
senza “mezze misure”, sulle indagini e le sentenze che non sono “complotti od oscure manovre”?
Se il Suo focoso cugino è in grado di pronunciarle, queste parole, tanto meglio. Altrimenti forse è il caso di metterlo in condizione di non fare altri danni alla fu Juventus.
Nell’attesa, e nella speranza, che prima o poi impari come sta al mondo un Agnelli.
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Vedendo il suo metodo d'inchiesta applicato per il calcio, @marcotravaglio è riuscito nell'impresa di farmi quasi rivalutare Berlusconi...
— Stefano Discreti (@StefanoDiscreti) Agosto 24, 2012
da notare in prima pagina l'articolo a firma anche di PAOLO ZILIANI e tale MALCOLM PAGANI...