Anche la sessione di calciomercato invernale è andata in soffitta. Nessun colpo a sensazione, perfettamente in linea con il livello tecnico sempre più basso del campionato italiano.
Al “fumo” Tevez gettato nel mucchio da Galliani per illudere i propri tifosi e spaventare quelli altrui hanno fatto seguito solo una sequenza di operazioni di seconda-terza fascia.
Chi si aspettava da questo mercato trattative che avrebbero stravolto i valori del torneo è rimasto sicuramente deluso.
Nessun giocatore che ha cambiato casacca nel mese di Gennaio si può considerare un top-player.
Promossa la Juve, forse la squadra che meglio si è mossa nel breve periodo, anche perché quella più stimolata ad operare per rinforzarsi visto che la parola scudetto, pura eresia ad inizio stagione, grazie ai miracoli di Conte comincia ad esser pronunciata sempre più spesso nell’ambiente bianconero come anche giusto che sia visto quanto di strepitoso sta facendo la Juventus in questa stagione, ancora imbattuta dopo 20 giornate di campionato.
Per continuare a sognare serviva un difensore polivalente in grado di dare il cambio ai titolari e stimolarli nella concorrenza. Per la gioia dei tifosi juventini c’è stato il ritorno di Caceres, sicuramente la soluzione migliore percorribile.
Serviva un centravanti di peso ed è arrivato Borriello, che nonostante abbia passato l’ultimo anno più tempo a pettinarsi che a giocare, lontano da Roma potrebbe anche rigenerarsi.
Con la cessione di Pazienza, desideroso di giocare titolare altrove serviva anche un centrocampista che consentisse a Pirlo, Vidal e Marchisio di tirare il fiato ogni tanto.
E’ arrivato Padoin, un giocatore non più giovanissimo ma molto intelligente tatticamente, duttile e dinamico con tanta voglia di affermarsi nel calcio che conta.
Proprio quest’ultima operazione merita un approfondimento.
Appena annunciato Padoin e le cifre di investimento i tifosi bianconeri sono rimasti, giustamente, perplessi.
Quando però è stato ricordato loro che a Bergamo il giocatore era uno dei preferiti di Conte si sono tutti tranquillizzati. “D’altronde è successa la stessa cosa con Giaccherini in estate, no?” Il pensiero ricorrente nella tifoseria.
Vero, ma non va sottovalutato nemmeno che entrambi in una potenziale griglia di preferenza di acquisto dell’allenatore comparivano al massimo in terza fascia. Forse quarta.
Graditi quindi si, ma assolutamente non i preferiti. Questo concetto sia chiaro a tutti.
I migliori della lista, Marotta non glieli è riusciti a prendere. Ne in estate ne in inverno.
Chi scrive continua a pensare che Marotta non sia un direttore sportivo all’altezza del blasone della Juventus anche se gli va reso il merito di alcune ottime operazioni di mercato come quelle di Barzagli, Pirlo e Vidal.
Eccezioni però, perché la norma ai più pare assolutamente quella in cui la Juve viene presa per la gola in ogni trattativa.
La sensazione insomma di pagare sempre troppo qualsiasi acquisto, anche quelli buoni. Una Juve ostaggio dei Preziosi, Lotito, Zamparini, Pozzo & C. ai quali negli anni precedenti il terremoto di Calciopoli restavano invece le briciole.
E la fastidiosa sensazione inoltre di regalare sempre i giocatori in vendita o in esubero.
Quest’estate stampa e media hanno pompato a più riprese l’esistenza di un tesoretto per la Juve che sarebbe scaturito dalle cessioni di Grygera, Motta, Grosso, Iaquinta, Amauri, Toni, Tiago Anche la sessione di calciomercato invernale è andato in soffitta. Nessun colpo a sensazione perfettamente in linea con il livello tecnico sempre più basso del campionato italiano.
Al “fumo” Tevez gettato nel mucchio da Galliani per illudere i tifosi hanno fatto seguito solo una sequenza di operazioni di seconda-terza fascia.
Chi si aspettava da questo mercato trattative che avrebbero stravolto i valori del torneo è rimasto sicuramente deluso.
Nessun giocatore che ha cambiato casacca nel mese di Gennaio si può considerare un top-player.
Promossa la Juve, forse la squadra che meglio si è mossa nel breve periodo, anche perché quella più stimolata ad operare per rinforzarsi visto che la parola scudetto, eresia ad inizio stagione, comincia ad esser pronunciata sempre più spesso nell’ambiente bianconero, come anche giusto che sia visto quanto di strepitoso sta facendo la Juventus in questa stagione, ancora imbattuta dopo 20 giornate di campionato.
Per continuare a sognare serviva un difensore polivalente per dare il cambio ai titolari e per la gioia dei tifosi juventini c’è stato il ritorno di Caceres, sicuramente la soluzione migliore in circolazione.
Serviva un centravanti di peso ed è arrivato Borriello, che nonostante abbia passato l’ultimo anno più a pettinarsi che a giocare, lontano da Roma potrebbe anche rigenerarsi.
Con la cessione di Pazienza, desideroso di giocare titolare altrove serviva anche un centrocampista che consentisse a Pirlo, Vidal e Marchisio di tirare il fiato ogni tanto.
E’ arrivato Padoin, un giocatore non più giovanissimo ma molto intelligente tatticamente, duttile e dinamico con tanta voglia di affermarsi nel calcio che conta.
Proprio quest’ultima operazione merita un approfondimento.
Appena annunciato Padoin i tifosi bianconeri sono rimasti, anche giustamente, perplessi.
Quando però è stato ricordato loro che a Bergamo il giocatore era uno dei preferiti di Conte si sono tutti tranquillizzati. “D’altronde è successa la stessa cosa con Giaccherini in estate, no?” Il pensiero ricorrente nella tifoseria.
Vero, ma non va sottovalutato nemmeno che entrambi in una potenziale griglia di preferenza di acquisto dell’allenatore comparivano al massimo in terza fascia.
Graditi quindi si, ma assolutamente non i preferiti. Questo sia chiaro.
I migliori della lista, Marotta non glieli è riusciti a prendere. Ne in estate ne in inverno.
Chi scrive continua a pensare che Marotta sia un buon dirigente ma non il direttore sportivo che serve alla Juventus per tornare grande anche se gli va reso il merito di alcune ottime operazioni come quelle di Barzagli, Pirlo e Vidal.
Eccezioni però, perché la norma ai più pare assolutamente quella in cui la Juve sembra sempre esser presa per la gola in ogni trattativa.
La sensazione insomma di pagare sempre troppo qualsiasi acquisto, anche quelli buoni. Una Juve ostaggio dei Preziosi, Lotito, Zamparini, Pozzo & C. ai quali negli anni precedenti il terremoto di Calciopoli restavano invece le briciole.
E la fastidiosa sensazione inoltre di regalare sempre i giocatori in vendita o in esubero.
Quest’estate stampa e media hanno pompato a più riprese l’esistenza di un tesoretto per la Juve che sarebbe scaturito dalle vendite di Grygera, Motta, Grosso, Iaquinta, Amauri, Toni, Tiago e molti altri.
Oggi a giochi fatti scopriamo invece che dalla somma di tutte queste cessioni forse la Juve ha rimediato gli spiccioli per un caffè alla macchinetta. Altro che tesoretto.
Ma insistere sulla critica adesso non servirebbe a niente, sarebbe solo dannoso e non farebbe bene all’ambiente.
E allora viva la Juve, viva Conte ma viva anche Marotta, d'altronde finchè c'è vittoria, c'è speranza!
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