Nonostante la limitatezza della capienza, per la situazione logistica recente (l’impresentabile 25.000 posti dell’Olimpico) e per la novità assoluta di un tale impianto in Italia, ed anche per la fattura dell’opera che comunque sembra pregevole, dobbiamo rallegrarci di avere questa nuova casa. Anche per questo la dirigenza si è forse data una svegliata cominciando a prendere calciatori di qualità, invece che la solita sequenza di bidoni, presunti campioni della Primavera, o prestiti vari.
Anche l’insuccesso dell’operazione naming si può trasformare in un fatto positivo; per un po’ il nuovo stadio potrà avere un nome non corrotto dal dio-denaro, facendolo sentire maggiormente nostro: Juventus stadium, o come volevano alcuni dedicato a G.Agnelli, o G. Scirea, o nell’ipotesi più meritevole ai 39 angeli di Bruxelles.
Un’ altra nota positiva sarà l’avversario della partita inaugurale: il Notts County. La squadra inglese, nobile decaduta ma ora in ripresa, da cui abbiamo ereditato i colori della maglia. Non è poco. E’ innegabile che il fascino della nostra squadra sia legato, oltre che alla storia di successi sul campo e ad una conduzione ispirata sempre ai valori sportivi, anche al suo nome e ai suoi colori, che sanno di nobiltà e mistero: mistero non nel senso di oscuro, ma di qualcosa che racchiude più di quanto sembri all’apparenza. Un tratto di eccellenza. E l’inaugurazione del nuovo stadio, come evento significativo nella storia di una società, è giusto che riprenda e valorizza gli eventi fondanti della stessa.
Voglio a questo punto fare una proposta.
Abbiamo un tesoro in casa che non abbiamo finora saputo valorizzare: si tratta dell’ inno per il centenario della Juventus di P. Bertoli ( http://www.youtube.com/watch?v=JWI83GJvYCk ).
Lo ritengo un pezzo bellissimo: per il suo testo, la qualità della musica, e la capacità di esprimere molto della nostra storia e passione. “Sei così, perché credi in ciò che sei” oppure “fidanzata ad un popolo” sono espressioni che solola Juventus può concedersi.
Lo ritengo un pezzo bellissimo: per il suo testo, la qualità della musica, e la capacità di esprimere molto della nostra storia e passione. “Sei così, perché credi in ciò che sei” oppure “fidanzata ad un popolo” sono espressioni che solo
Non solo: contrariamente a quanto può sembrare, lo trovo adattissimo ad essere cantato allo stadio. Se “Storia di un grande amore” è l’inno della carica ad inizio partita, quello di Bertoli può diventare il canto che richiami l’orgoglio e l’identità in un altro momento del match. Il suo andamento avvolgente sembra concepito appositamente per uno stadio all’inglese: cantato in coro, e con una sciarpata, diventerebbe un vanto della nostra tifoseria e della nostra squadra tutta. Stabilendo sempre uno stesso momento della partita in cui farlo (ad es. metà primo tempo), ne nascerebbe una tradizione.
E’ un invito per i tifosi delle curve: se partisse da loro, si estenderebbe poi facilmente al resto dello stadio intero, diventando il nostro “You’ll never walk alone”.
Un piccolo sogno da tifoso.
Thomas - ejuventus
concordo.. quello di Bertoli è il nostro inno più bello...