Chi l’avrebbe mai detto che dopo due stagioni tanto difficoltose ci saremmo ritrovati tutti quanti per uno Juve-Bologna con lo stadio quasi tutto pieno, la gente a casa in trepida attesa all’inizio della gara e sofferenti in 10? Sensazioni sul genere fanciullesco, come quando sei ragazzino e non vedi l’ora che inizia la partita, e allora per tutto il giorno ti scrivi la formazione su un pezzo di carta o di nascosto dalla prof disegni lo stemma Juve. Forse è questa la più grande vittoria della Juventus di Antonio Conte, quella di aver riportato uno spirito vincente alla squadra e di aver riportato ai tifosi la gioia di rivedere la Juve grintosa e che non molla mai. Sicuro anche quella col Bologna, come quella col Siena, fino all’anno scorso era una partita che avresti perso, ti saresti demoralizzato al primo contropiede avversario e saresti scoppiato ai suoi piedi. Invece anche contro i rossoblù c’è stata una grande prova della Juventus, con tutto che aveva davanti un arbitro fumettistico tanto era fantasioso e un Bologna venuto a Torino per tentare di metterci in difficoltà. Ma in inferiorità numerica, invece di affannare la Juve ha tirato fuori gli artigli riuscendo a giocare anche meglio rispetto al primo tempo, mettendo sotto il Bologna e costringendolo nella sua area. L’atteggiamento è quindi ottimo, e già solo per questo stimiamo il lavoro iniziale di Antonio Conte. Ci riserviamo invece qualche critica forse sui cambi fatti e su alcune scelte, in partita quella di non iniziare a mettere in campo un Elia o un Estigarribia invece che il solito Giaccherini, e fuori dal campo risalta il dubbio sul terzino sinistro, perché aleggia ancora il fantasma di Ziegler su un De Ceglie preso dalle troppe responsabilità e che ha come unico vero cambio Fabio Grosso.
Ma in linea generale, con tutto che ancora non abbiamo rivisto la Juve vista col Parma (non solo bella, spettacolare e volenterosa ma soprattutto concreta) abbiamo davvero visto un gruppo compatto che non ha mollato mai, neanche al 90esimo rischiando una rissa per la tanta voglia di mettere quel pallone in rete (oltre che per gli errori di Gava) che proprio non voleva entrarci, per colpa di un pò di sfortuna di troppo e mire imprecise. E’ brutto ripetersi, ma una sottolineatura per l’arbitro è di rigore, perché alla Juventus sono state arbitrate spesso partite sconcertanti, ma col Bologna si sono visti errori davvero da film di satira. Non si era mai visto un arbitro che decide di non espellere un giocatore con tanto di siparietto di mano quasi sul taschino poi ritirata per salvarlo e che espelle definitivamente solo dopo le proteste della squadra avversaria. Poi si potrà dire che Vucinic era giusto che andava espulso (anche se da rivedere la prima ammonizione), che in undici la partita si sarebbe stravinta anche con più di un gol e che Chiellini fa un brutto errore sul gol di Portanova, ma Gava qui cambia la partita perché poi non la gestisce più. Ma tutto questo è stato un bel banco di prova per la Juve, che ha accettato il tutto e non si demoralizzata come sarebbe successo fino a poco tempo fa, ma anzi ha tirato fuori le unghie e con varie occasioni ha sfiorato il raddoppio. Quella che fa un po’ più imbestialire però è senz’altro quella sciupata da Krasic, che dopo un imponente lancio dal piedino fatato di Pirlo (da accendere un cero a qualche santo se gioca tutto l’anno così e allo stesso tempo da brividi quando mancherà per la prima volta) si mangia un gol grosso quanto una casa.
Tornando al discorso iniziale, di sicuro, mai avremmo pensato fino a poche settimane fa di poter esclamare un “bravi ragazzi, va bene così” dopo un 1-1 in casa col Bologna, e in questo sta la trasformazione della Juventus recente e, bisogna dirlo, nel ritorno di fiamma che ha avuto la Juve nei cuori dei suoi tifosi, che è vero non hanno mai dimenticato qual è la squadra del loro cuore, ma che senza dubbio negli ultimi tempo seguivano con più dispiacere e rassegnazione. E questo perché un 1-1 del genere era all’ordine del giorno, un abitudine, peccato che finalmente la partita in sé è un bel po’ diversa. Seppur ancora non brillantissima c’è la voglia negli occhi dei giocatori e la consapevolezza ritrovata di sapere il peso che porta la maglia che indossano. E vedere nell’avversario il timore di sapere contro chi stanno giocando, è una sensazione ritrovata e fantastica. Adesso sappiamo che se Portanova a fine gara dice che è stata dura giocare contro una grandissima squadra, sappiamo che dirà parole non più scontate. Adesso però oltre al bel gioco deve proseguire la continuità che è la sola cosa che conta, e i 3 punti devono essere l’obiettivo partita dopo partita. Prima della supersfida col Milan c’è un altro banco di prova in casa del Catania, non un campo facilissimo ma fondamentale per una Juve che vuole ritornare a fare bene con le “piccole” come faceva un tempo, ma con un lavoro alle spalle per iniziato. Sapere che i giocatori quest’anno hanno di nuovo nella mente la frase storica di Giampiero Boniperti “alla Juve l’importante non è vincere, è l’unica cosa che conta” è un bel sospiro di sollievo. Siamo sicuri, per lo meno, che la maglia a fine partita sarà sempre possibile strizzarla.
TIZIANO SALVATORI
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