Il campionato volge al termine. E mi accorgo con delusione, amarezza, NOSTALGIA, che questa Juventus è arrivata al traguardo senza aver rispettato gli obiettivi stabiliti. Seguo le sue ultime partite senza speranza minima, nonostante, prima di lunedì, qualche piccola fiamma continuasse a bruciare ossigeno. Eppure Sardo ci ha mostrato di nuovo una dura realtà, che mai sarà effettivamente accettata. Quella di un presente ancora burrascoso, che di certo non garantisce certezze per il futuro. Allora incombe il passato, anche quando non vuoi...Senza nessuna cronologia temporale...
Vedo cose di cui vorrei tornare a vantarmi. Ricordo, vagamente, un certo Zidane sfiorare la palla.
Uno di quelli che Luciano Moggi aveva acquistato per poco o niente, per poi cederlo con tanto di cifra storica. Capisco che è inutile, in fondo, continuare a scavare nei ricordi...Perciò vado a letto consapevole di sostenere un undici di capre, sperando di non sognare cose che non vorrei sognare. Purtroppo, però, la nostalgia è invalicabile. Nel profondo del sonno, vagheggio in maniera quasi tangibile: un Delle Alpi a volte pieno, altre semi-vuoto, annesse le critiche del caso. Ma quando era pieno non mancavano i cosiddetti "Scacchi matti al Re...al"! Allora c'era chi sapeva tirarti su, pure nei momenti di totale decadenza psicologica. Vedo un Pavel Nedved in giacca e cravatta. Lo ricollego inconsciamente all'artefice dello "scacco matto" che piange per un rosso, uno di quelli pesanti. Che "la finale te la scordi!", anche dopo un gol magistrale, una parata su rigore del Gigi dei Gigi...e un gol del suddetto Zinedine. Si, allora la finale di Champions era una normale routine. Niente più...Invece adesso sembra un miraggio. Chissà perchè? Il mio vagheggiamento notturno continua. Non conosco il motivo, ma la mia visione si sposta su Pablo Montero. Pablito! Anzi no...quello era Paolo Rossi...lo vedo ugualmente, un attimo. Poi torno al Pablito uruguagio, con insistenza. Forse è quello che manca a questa dannata newJuve, uno con degli attributi grandi come globi planetari, che ci metteva la faccia, sempre. Sbrodolava sangue e saliva, senza preoccuparsi della maglia, dell'apparenza. Calciava il pallone, senza riguardarsi le scarpette. Colpiva di testa, senza controllare lo stato dei capelli...Non ce n'era bisogno. "O la palla, o la gamba. Entrambe non passano"...Eh già, Bonucci lo sà? Nessuno risponde...Per cui l'immagine ruota di nuovo: Stadio Adriatico di Pescara, ragazzi in maglia bianco e azzurra contro "giovincelli" in maglia rossa, con tanto di striscia verde-bianco-rossa sulla destra. Un Alex che sbaglia il calcio di rigore e un Birindelli che "compra" i tre punti, dopo un paio di fatiche. Non può essere. Come è possibile che quella maglia stia scorrazzando a Pescara? Allora cambio posizione nel sonno, ancora profondo...Giustamente passo a Bari (un anno prima), stessa maglia, situazione diversa. Alex non sbaglia il calcio di rigore. Anzi, alza la coppa del 29esimo scudetto, seppure con un'atmosfera anormale...Qualcosa doveva succedere: improvvisamente, fulmineamente, vedo la linguaccia del medesimo Alex, con qualche ciocca di capelli in più e una palla insaccata alle spalle di Julio Cesar, stupito dalla magia, su punizione. Ricollego...L'immagine di Guido Rossi. Orripilante, tanto da condurmi su un altro stadio, molto più piccolo, per provinciali: Matusa di Frosinone...Zalayeta, Zalayeta. Poi cambio posizione, ancora una volta. Mi trovo con un agnello, lo chiamavano Gianni...Lui continuava a dirmi: "Sappi che la vera gara tra noi e le milanesi sarà tra chi arriverà prima: noi a mettere la terza stella, loro la seconda". All'istante...Apro gli occhi. Decido di alzarmi, con coraggio, di accendere il pc. 2011. Accedo sul sito ufficiale, rinnovato ed esclusivo...Leggo la rosa: Buffon...Ok, per il momento ci siamo. Poi, Motta, Chiellini, Felipe Melo, Traorè, Sissoko, Rinaudo...Non ci siamo. Lo sconforto domina incontrastato. E allora mi convinco...torno a letto, per tornare a vedere...nostalgicamente...
GIANLUCA SCATENA
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