domenica 27 febbraio 2011

Le due vittorie da zero punti. Juve dove sei?

1 commenti

Non abbiamo molte parole per descrivere il momento che sta vivendo la Juventus e le innumerevoli sensazioni del pubblico bianconero. Purtroppo è tutto sotto gli occhi.
La partita con l’Inter aveva rimesso in moto facili speranze, sembrava tornato il gruppo compatto che, pur avendo perso per strada vari punti, prima delle feste natalizie, aveva fatto vedere delle caratteristiche non male. Per lo meno, c’era la sensazione che questa poteva essere la prima vera annata importante per una ricostruzione, e potrebbe probabilmente ancora esserlo se la squadra, ora quasi al completo, giocasse come sa, con la testa sgombra, con qualche momento più fortunato e condizioni fisiche migliori. Ma adesso gli alibi servono a poco, è meglio invece concentrarsi sugli obiettivi (pare ormai chiaro che quello primario è quello di fare più punti possibili per salvare almeno l’Europa League) e sui difetti di una squadra che fino a due settimane fa avrebbe dovuto quasi dichiarare i sei punti con Lecce e Bologna. Prima della sfida con il Milan, se lo ha fatto, lo ha fatto con troppa presunzione, senza neanche permetterselo perché non è una squadra in grado di competere con le altre, almeno per la continuità. Le due sfide però sono state diverse, questo va detto: in quella di ieri sera, non si può negare che la Juventus abbia giocato la partita, male, ma per lo meno ci ha provato (e vorremmo anche vedere). L’atteggiamento, per quel minimo che si poteva fare, è stato inizialmente positivo, ma è chiaro che dalla Juventus ci si aspetta molto più del doppio della cattiveria agonistica e della prestazione messa in campo. La vera Juventus col Bologna in casa fa sei punti, non ci sono altre chiacchiere.

Un gioco solo da lancioni speranzosi è pochissimo, specialmente vedendo il pacchetto offensivo del secondo tempo, sé rivista però qualche azione pericolosa e un palo, poco fortunati in alcuni frangenti ma poco puntigliosi. La gara di Lecce è stata invece un autentico disastro perché la squadra a Lecce non ci è proprio arrivata, è entrata in campo con la sicurezza di portare a casa la gara senza neanche fare un tiro in porta per poi soccombere (come giusto che sia); quella col Bologna è partita meno” spiegabile” perché c’erano i presupposti per vedere una gara diversa, e pur non essendo brillanti si è provato a vincere la partita con qualche occasione importante, poche, ma quelle poche andate male non solo per colpa dei singoli. Oltre a non vedere più un gioco guardabile non c’è più una sicurezza da parte di mister Delneri delle scelte fatte e sul gruppo stesso. Prima dello sfogo dopo la gara di Lecce il mister aveva fatto capire che non si sarebbe rischiato di vedere una squadra spenta, cosa che così è stato. Bisogna capire quanto lui capisca la squadra e viceversa. Le altre squadre avanzano, non buttano punti per strada e hanno dalla loro, oltre un po’ di fortuna o qualche aiuto di troppo, la continuità in un modo o nell’altro. Ieri sera mister Delneri lo abbiamo visto senza parole, come se la gara stessa avesse davvero poche spiegazioni, forse perché c’erano le condizioni per fare bene ma l’avversario ha fatto più di te (e già su questo c’è da riflettere, facendoti male con le uniche due azioni che contano) e soprattutto mettendosi in gioco lui stesso, insicuro delle scelte tecniche fatte e probabilmente dei suoi singoli. Si, perché effettivamente all’allenatore si può dire di tutto, che non sia un vincente e tanti altri aggettivi non eccellenti, ma è possibile che pur (probabilmente) peccando qualcosa dal punto di vista comunicativo o tecnico per il modo in cui allena i suoi, è vero anche che tra le sue fila non ha gente alla prima esperienza.

Della serie, puoi fare tutti gli errori che vuoi, tra sostituzioni o altro, ma se i giocatori sono quelli e fanno errori banali (soprattutto se visti e rivisti in allenamento per tentare di rimediare) l’allenatore inizia ad avere già meno responsabilità. Basti vedere l’atteggiamento difensivo, tanto caro a Delneri che vuole sempre un approccio alla gara deciso e compatto, specialmente nel reparto arretrato. La difesa è inguardabile, anche ieri sera le poche volte che il Bologna è stato pericoloso (oltre ai gol ci ricordiamo alcuni “passanti” dei centrocampisti per gli attaccanti) la difesa non solo ha vacillato tentando di recuperare, ma è sembrata davvero inerme, per non parlare di quello che Di Vaio è riuscito a fare sui gol, con i difensori travestiti da birilli, che sbagliavano ogni diagonale. Quello che più fa riflettere è che la terza sconfitta consecutiva non è detto che debba arrivare, perché sono proprio le partite come quelle contro il Milan dove la Juve gioca meglio e da tutto. Ma bisognerebbe entrare nella testa di ogni singolo giocatore per far capire loro che quelle sono partite singole e che contano quanto le altre. Anzi, per la Juventus le altre contano il doppio, perché la Juve da ricostruire deve ripartire dalla mentalità stessa, mattone su mattone, perché non si può pensare di fare sfracelli su tutti i campi se lo si fa con un atteggiamento sbagliato. La Juve deve assolutamente tornare ad avere umiltà oltre che forza sul campo, ma capiamo che non in tutte le squadre c’è un Mourinho motivatore che può dare scosse simili, ed è per questo che oltre la società (che deve farsi sentire e stare vicino alla squadra) sono i giocatori stessi che con tutta l’esperienza che hanno devono trovare l’assetto mentale giusto. Compatti, umili, grintosi e fortunati: ricetta per la svolta.

L’allenatore dovrà poi metterci del suo, non solo per ricompattare un gruppo che sembra spesso macinare metri a vuoto, ma per fargli ritrovare il gioco che a lui tanto piace, ma con un assetto migliore. Il gioco con gli esterni non lo puoi fare certo con terzini Chiellini e Grygera, hai bisogno di più spinta, mentre in avanti bisogna capire che bisogna fare delle scelte più coraggiose, come far riposare Krasic che ormai sembra l’ombra di se stesso, mentre iniziamo ad avere i primi dubbi su Martinez. Quello che è sicuro, Pepe probabilmente andava inserito prima, ma Delneri deve essere sicuramente più sicuro non solo delle sue scelte ma lo deve essere anche con i suoi giocatori che non vorremmo perdessero il feeling con l’allenatore col rischio di finire anche peggio in classifica. Non seguire più Delneri sarebbe un errore non solo nei giocatori, ma anche per la società. Con questo non vogliamo difenderlo, sappiamo che non sarà mai un allenatore che ti farà vincere la Champions League ma può essere l’allenatore che con nuovi giocatori a Giugno può metterti le basi per una Juve importante nel futuro prossimo. Anche perché, pur non essendoci un progetto vero e proprio, non sappiamo quanto possa essere positivo il fatto di continuare a cambiare allenatore due volte l’anno, bisogna iniziare a fidarci di uno dalle idee chiare e, sperando in qualche fortuna in più, ingranare la marcia insieme a nuovi innesti nella rosa. A questo punto ci aspettiamo chiaramente una risposta da parte di tutti: dalla società, che dovrà già comunicare quanto crede nel mister, da Delneri stesso, che dovrà dire veramente quanto sente “vicina” la sua squadra. E poi, naturalmente, i giocatori, che umilmente devono ritrovare loro stessi, credendo nel gruppo e iniziando a portare a casa i tre punti, giocando alla stessa maniera con chiunque. Che ti chiami Inter, o Bologna.

TIZIANO SALVATORI

1 commenti:

  • 27 febbraio 2011 alle ore 23:17
    popof :

    Cacciamoli tutti!
    vecchia e nuova guardia.
    che vergogna, da mettere la testa sotto terra.
    mai successa una cosa così
    Sconfitti in casa da Palermo e Bologna, ma in che campionato giochiamo?

    A.Agnelli, dì meno parolacce in pubblico.
    non diventi più figo ed umili noi e lo stile juve

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