venerdì 14 gennaio 2011

Una settimana di critiche gonfiate

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Cavani ammette: «Nessun tacco, alla Juve gol di testa»Affacciarsi al baratro è un'abitudine che con il "sostegno" di Farsopoli ha alterato un'indole, quella bianconera,da sempre improntata nella sfinge del calcio internazione. "L'abitudine può cancellare il segno della natura" direbbe Shakespeare. Probabilmente, sul fronte juventino il segno di una natura vincente e gloriosa sta per essere cancellato anche dalla strana abitudine a tendere l'occhio verso il catastrofismo più assoluto.
Il disorientamento da parte della dirigenza sugli obiettivi stagionali aveva acceso lumi di speranze-scudetto che fino alla caduta casalinga contro i "ragazzi di Moggi" non si sarebbero spenti neppure dal soffio di un Libeccio burrascoso. Nel contempo ,quindi, le indigeribili quattro pere lanciateci da Parma con tanto affetto premuroso hanno ridimensionato a livello terreno le aspettative diventate nel tempo ultraterrene a causa di una smisurata voglia di vincere alimentata per di più dalle ingannevoli vittorie con Milan e Lazio. Ingannevoli, ovviamente, ai fini delle aspirazioni. Ma ormai è chiaro quanto in base alle possibilità interne e alle capacità di ogni singola pedina schierata in campo, gli obiettivi escludano il raggiungimento della vetta e confermino ciò di cui si parlava all'inizio di questo campionato: quarto posto e Champions League. Stop ai desideri, stop alle ambizioni oltre realtà.
Tuttavia, quello che sarebbe potuto essere solo un cortometraggio negativo dell'attuale stagione, da cui abbiamo comunque appreso le vere facoltà degli attuali bianconeri, si è rivelato una telenovela bella e buona sulle sconfitte dilaganti.
A Napoli i tre punti mancano da undici anni e non è un caso che tutte le volte che ci si ferma al San Paolo, oltre a farci una scorpacciata di pizza, ce ne sia anche un'altra di scorpacciata...
Da quest'anno però, dopo mesi di soddisfazioni, di pareggi e vittorie, di glorificazioni e felicità dovute al passaggio dirigenziale e agli incessanti cambiamenti avvenuti all'interno della rosa, gli unici due capitomboli frastornanti sono riusciti a scatenare l'intero ambiente, tempestando le opinioni, presupponendo le ipotesi più strane e criticando l'incriticabile. Ci sarebbe stato da discutere, sarebbe stato lecito chiedersi il perchè di queste improvvise inciampate, ma con la calma richiesta.
Chiarito che il nuovo corso non ha intenzione di spendere cash in acquisti troppo dispendiosi, anche se buttando un occhio sul reparto più avanzato la necessità di una buona punta sembra più che evidente, è inutile cercare di appigliarsi ad ogni sottigliezza. Ho sentito di "un Melo fonte di strafalcioni", di un "Aquilani scandaloso ed evidentemente inutile", di "un Chiellini sovrastimato", di "un Krasic che sta deludendo come Diego", di "una dirigenza che non ha nulla di nuovo rispetto alla precedente e che sarebbe utile un ulteriore cambio presidenziale", e per finire in bella "di un Alex sfascia organico e responsabile unico dei passi falsi della squadra". Elementi risultanti di una lucidità umana arrivata forse al limite dell'assurdità...
Perchè due sole sconfitte riescono a gettare nel fango quanto fatto di buono fino ad ora?
Toni non è il massimo, gli obiettivi si sono rivelati illusori e il mercato in prospettiva non prevede quello che tutti noi desidereremmo. Ma a quanto pare, è bastata una semplice vittoria in Coppa Italia ad accogliere nuovamente la serenità nel background juventino...Perchè così tante critiche prevenute?
Tempo al tempo. E se nemmeno questo dovesse essere un anno di soddisfazioni sportive, aspetteremo come abbiamo fatto da quattro anni a questa parte. Chi ha pazienza può ottenere ciò che vuole...

GIANLUCA SCATENA

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