La redazione di "Tutti pazzi per la Juve", programma radiofonico in onda su RADIO POWER STATION ha intervistato l'ex portiere bianconero Michelangelo Rampulla.
Michelangelo, in campo e fuori hai onorato sempre la maglia bianconera. Ultimamente però si è discusso su di te per alcune considerazioni che hai fatto su Calciopoli. Vuoi chiarire la cosa ai nostri microfoni?
"Vi ringrazio dell'opportunità che mi concedete. Per me è stato sempre facile difendere la Juve perché è la squadra che ho sempre tifato, fin da bambino. Giravo ovunque pur di andare a vedere le partite della Juve. Leggo spesso il mondo del web bianconero e mi spiace aver letto certe cose contro di me, è facile parlare quando non si conoscono le cose. Certe persone dicono che non ho difeso la Juve ai tempi di Calciopoli ma io ho detto soltanto che se qualcuno era colpevole sarebbe era giusto che doveva pagare. Ma non ho mai fatto nomi o detto altro, ho detto solo “qualcuno paghi SE qualcuno è colpevole”. Tutto si può dire di me tranne che non mai ho difeso la Juve, sono stato diciotto anni qua, ho visto tante Juventus."
Stai seguendo adesso il processo penale di Napoli su Calciopoli?
"Lo sto seguendo marginalmente ma lo sto seguendo. Io sono trent’anni che sono nel calcio e quello che sta uscendo fuori sono cose che si sono sempre sentite. Tutte le squadre facevano quelle cose, per cui cosa dire? Non è una novità per me quello che è uscito fuori. Sono dell’idea che la Juve ha dovuto pagare per colpe altrui. Con Calciopoli si è dovuto fare un processo in un mese per colpire la società più importante d’Italia, hanno fatto una cosa approssimativa perchè i media hanno montato una cosa incredibile e qualcuno doveva pagare. Hanno fatto pagare la Juve, perchè se avessero fatto pagare la Lazio, con tutto il rispetto, non sarebbe interessato a nessuno oltre ai tifosi della Roma. Invece hanno fatto una cosa populista facendo pagare tutto alla Juve, e così l'Italia anti-juventina è stata contenta!"
Per fare questo non sono stati rispettati i principi della costituzione e quelli della giustizia sportiva, con violazioni che da cittadini italiani ci lasciano inorriditi, con intercettazioni pazzesche considerate non rilevanti.
"Se uno uccide una persona in Italia ci mettono dieci anni per condannarlo, alla Juve invece hanno fatto un processo in un mese, questo dice tutto. Un arbitro può sbagliare in buona fede però si dice sempre che ha favorito uno. Se un arbitro sbaglia, sbaglia e basta. Poi lasciamo perdere che con la Juve è sempre stato cosi. La Juve ha pagato per tutti perchè era la squadra più forte ed era quella che continuava a vincere per tanti anni di fila, dando fastidio e per questo l’hanno colpita. Le telefonate più gravi però sono quelle di altre società. I tifosi juventini mi spiace che hanno pensato che io non ho difeso i nostri colori, perchè volevo rimanere nella nuova Juve, ma non è vero. Io ho sempre detto quello che penso, adesso non ne faccio più parte, perché le storie nascono e finiscono ma l’amore per i colori rimangono sempre. Sono sempre stato juventino, io e mio padre andavamo a vedere le partite viaggiando ovunque. Sono abbonato ad Hurrà Juventus da quando sono bambino. Quando ho letto quelle cose su internet sono rimasto spiazzato, figuratevi se io non difendo la Juve. Come mi dice anche Andrea Agnelli, le persone devono meritarselo il rispetto, i colori li meritano sempre."
Ma sul tuo divorzio bianconero ci puoi dire qualcosa in più?
"Non è successo nulla di particolare, io sarei rimasto alla Juve anche più in là. Avevo parlato con Marotta e Andrea Agnelli per vedere se c’era un posto in società ma non in prima squadra, non potevo rimanere là quindi. Pensate, piccolo aneddoto, che io sono stato il primo giocatore comprato da Marotta ai tempi del Varese. Ho parlato con lui, sono rimasto tre mesi in stand by fino a settembre, poi non abbiamo trovato una giusta collocazione e non potevo rimanere là solo a prendere lo stipendio. Allora abbiamo deciso di comune accordo di rescindere il contratto."
Michele, quali sono per te le cause del fallimento dell’anno scorso? Pensa che in questo momento della stagione la Juve dell’anno scorso aveva fatto più punti della Juve di DelNeri.
"Abbiamo iniziato molto bene, poi abbiamo vinto con l’Inter al Comunale il 5 Dicembre ed eravamo secondi in classifica, in piena corsa per la Champions. Siamo stati sfortunati tra infortuni e squadra mai al completo, magari si poteva fare qualcosa in più, al livello di protezione mediatica e coi tifosi. Adesso ho seguito questo bel inizio della Juve coi tifosi sempre presenti ed è stato bello, l’anno scorso però vincevamo e appena facevamo un passetto indietro c’era qualche fischio. La società non era forte abbastanza come quella di quest’anno. Noi qualche errore di gioventù l’abbiamo fatto ma era da mettere in preventivo, con un allenatore alla prima esperienza. Io che ho fatto parte anche della società nell’anno di B, dico che è normale che in queste situazioni ci sono errori di inesperienza da parte degli allenatori."
A proposito di Serie B, Deschamps poi ha rimpianto di aver lasciato la Juve. Ma cos’è successo all'epoca?
"Quello che è successo con Didier è stata una sorpresa anche per me, eravamo in ritiro, dovevamo giocare il giorno dopo col Mantova in casa e Del Piero mi ha avvertito che aveva visto in tv che Deschamps aveva dato le dimissioni. Vado subito da lui a chiederglielo e sono rimasto spiazzato. Lui voleva altri giocatori e non glieli prendevano, io gli dissi che avremmo giocato con alcuni dei giocatori che avevamo in rosa e che altri ne avremmo comprati, anche se nomi non straordinari perché costavano troppo. Gli dissi che comunque avremmo costruito una squadra competitiva, ma lui non ci credeva e ha avuto vedute diverse con la società sugli acquisti, ma per me con un attimo di buon senso e di calma si poteva formare una buona squadra insieme. Lui richiedeva giocatori che la Juve non poteva permettersi, in quel momento non si potevano spendere certe cifre, dovevamo arrivare in Champions e poi infatti con Ranieri è successo. Lui è stato troppo istintivo e poi infatti si è pentito."
Tornato all’anno scorso, era davvero complicata la gestione di Del Piero come ha detto Ferrara?
"Tra Del Piero e Ferrara il rapporto è buono, d’amicizia, Ciro ha detto solo che tutti vorrebbero sempre giocare. Io ho avuto il portiere più forte al mondo davanti, ma anche io quando non giocavo mi dava fastidio."
La tua partita più bella da calciatore?
"Tutte, ne ho giocate novantanove, l’anno scorso la centesima non me l’hanno fatta giocare (ride, ndr) ma quella di Parigi con la semifinale di Coppa Uefa, è stata bellissima. Da tifoso juventino, la prima partita che giocavo in una coppa Europea che pochi anni prima vedevo solo come tifoso in tv, mi sono ritrovato a giocarla in quel momento storico dove era davvero una coppa importante. Poi a giocare la semifinale, se penso che soli due anni prima giocavo a Cremona. Ho fatto molto bene in quella gara e poi mi ricordo la partita in Coppa Campioni contro il Rosemborg quando a dieci minuti dalla fine parai il rigore decisivo al loro Capitano."
Cosa ha sbagliato Alessio Secco in questi anni?
"Non gli hanno perdonato qualche errore di gioventù di troppo, perchè anche se sei stato dietro Moggi certi errori ci stanno. Poi ne ha commessi non troppi, i giocatori sbagliati li prendono tutti, anche lo stesso Moggi ha sbagliato, ci sta. A Secco non gli hanno perdonato anche il fatto di aver venduto qualche giocatore dopo lo scoppio di Calciopoli, ma in B io c'ero, lui ha fatto il possibile. Anche io ci ho provato con alcuni. Con certi sono riuscito a farli rimanere, con altri no. Ad esempio, Ibra anche io ho provato a farlo restare, parlavo sempre con Raiola, il suo procuratore. Anche Buffon, altro piccolo aneddoto che non tutti sanno, era pronto ad andare via. Ma lui è talmente istintivo che ha cambiato idea in un attimo. In ritiro, una sera, era l’una di notte ed ero in camera di Didier ad Acqui Terme. Gigi mi manda un messaggio e scrive “preparami un bel programma che quest’anno facciamo bene”. L’anno della B abbiamo continuato a parlare sempre ma poi è rimasto. Lui avrebbe voluto fare l’anno in B per riconoscenza e poi se ne sarebbe andato. Ibra è arrivato a Pinzolo, ci abbiamo parlato a cena in una baita e lui diceva che non poteva rimanere in B, lui sarebbe rimasto sempre alla Juve, era legato al direttore e a tutti, ma ripeteva che in B non ce la faceva proprio a giocarci. Poi alla fine io che sono sempre stato tifoso juventino posso anche rimanere, ma a lui che è svedese e gli hanno offerto tanti di quei soldi...."
Ma si può sapere Poulsen chi l’ha voluto?
"Io in quel momento ero con Ciro Ferrara nel settore giovanile, per cui io ho detto solo la mia. Secco su questa cosa c’era rimasto male, io lo conosco bene Alessio, ero in panchina anche ai tempi del padre, ho passato due generazioni di Secco in panchina. Io gli avevo consigliato Xabi Alonso e quando lui mi ha detto che c’era quella possibilità, gli ho detto che non c’era neanche da pensarci o da fare paragoni. Non credo che abbia deciso Secco. Qui il discorso diventa complicato, non so sinceramente come sia andata, ognuno vi dirà una cosa diversa: quando Alessio me l’ha chiesto sono stato tranquillissimo a dire “tutta la vita Xabi Alonso”. Volete un altro aneddoto? Mascherano era praticamente della Juve. Alessio ci parlava tutti i giorni e anche se costava un sacco di soldi, Mascherano l’hanno dopo la B voleva venire a tutti i costi, Secco le cose le stava facendo bene, poi però purtroppo è andata come è andata..."
Quest’anno il mercato ti è piaciuto? Cosa ne pensi poi del periodo nero di Amauri?
"In un campionato così mediocre l’equilibrio l’ha spostato solo una persona che è Ibrahimovic, io dico che il campionato e le squadre le sposta lui. Se il Milan non aveva Ibra aveva almeno sei-otto punti in meno, però Ibra l’avevamo noi e se fosse rimasto alla Juve, chissà come andava a finire. Il rendimento di Amauri si spiega poco, certe volte è complicato dare un giudizio quando si vedono queste involuzioni da parte dei calciatori. Succede spesso quando uno magari non ha più quella “fame” di vittorie e non si è più quelli di prima, capisco che questo non è il suo caso, ma ai miei tempi noi avevamo tanta “fame”, difatti abbiamo vinto tutto. "
Qualche altro aneddoto su quella grande Juve?
"Anche quando giocavo alla Cremonese, il mio motto era “non importa contro chi giochiamo, undici siamo noi e undici sono loro” e dicevo sempre alla squadra che potevamo vincere. Questa cosa me la sono sempre portata dietro, anche alla Juve dove ancor di più e per ovvie ragioni volevo sempre vincere. Gli anni di Lippi dove abbiamo vinto tutto il primo anno e la Champions al secondo, mi ricorderò sempre che all'inizio di ogni stagione in ritiro parlavamo già della finale per capire solo contro chi l'avremmo giocata, quello era il nostro unico“problema”, pensate che mentalità. Nel 97’ e nel 98’ quando abbiamo vinto tutto e abbiamo perso solo la Champions, in ritiro a Chatillon già lo sapevano che saremmo arrivati in finale."
La Supercoppa Europea vinta nel 1997 è stata l’ultima vittoria Europea bianconera, sono passati quasi quattordici anni. Secondo te la Juve quest’anno in Europa League si é impegnata poco?
"Non ci credo a queste cose, perchè noi anche quando perdevamo la Coppa Italia ci arrabbiavamo. Sono stati un caso questi tre pareggi fatti all’inizio della stagione. Come diceva sempre Paolo Montero “non si esce vivi dal campo”, perché in campo bisogna sempre dare tutto."
Che ci dici di Vinovo? Tutti i tifosi non capiscono, è un ospedale da campo-Moggi ha smentito che Capello non ci voleva andare ma da quando c’è Vinovo si sono stati tantissimi infortuni muscolari. La verità, insomma, dov’è?
"Abbiamo inaugurato Vinovo noi l’anno della B e Deschamps ripeteva sempre che i campi erano troppo morbidi....
Spero che sia solo un caso tutti questi infortuni in questi anni. Certo è che rispetto a Torino Vinovo è molto più umida. Già a Settembre, c’è sempre tanta rugiada con i campi sempre bagnati, più morbidi e il muscolo ne risente. Comunque che io sappia non è stato fatto nulla ai campi. Se faccio uno scatto con cambio di direzione l’erba rimane impiantata perchè morbida, la gamba ti cede un pò e il muscolo ne risente di più. Probabilmente è anche quello."
Per noi era più forte la Juve dell’anno scorso che aveva come obiettivo Scudetto e Champions, che quella di quest'anno che ha come obiettivo il quarto posto. Tu che ne pensi?
"Avevamo un allenatore alla prima esperienza a cui è stata data troppa responsabilità, non avendo alle spalle una società non forte. Non poteva Ciro lasciar perdere, volevamo il bene della squadra e non si poteva dire di no. Abbiamo commesso degli errori ma concedere qualcosa in più ci sta, forse abbiamo sbagliato anno, sicuramente non siamo stati aiutati dai media. Alla prima sconfitta a Palermo si gridava già il nome di Hiddink..."
Grazie Michelangelo per aver sprizzato juventinità da tutti i pori, siamo felici del tuo intervento e sopratutto che hai avuto la possibilità di chiarire la tua posizione su Calciopoli.
"Grazie a voi, mi è dispiaciuto quello che è successo, ripeto: per uno juventino che segue la sua squadra del cuore da sempre e in tutti i modi da quando aveva cinque anni non è stato facile Non so chi pensa quelle cose, ma a quarantotto anni dopo una vita di Juve posso dire che sono uno juventino vero."
0 commenti:
Posta un commento