Sapevamo che ci sarebbero stati e ce ne saranno ancora gli alti e bassi in questa stagione, ma forse non ci aspettavamo adesso, di punto in bianco, questa ricaduta anche sotto l’aspetto del gioco, proprio nel momento forse migliore per i bianconeri. Fino alla sfida con il Lecce avevamo visto una squadra decisa che sembrava ormai aver trovato la sua dimensione, aggressiva e decisa al punto giusto, faceva molti gol per poi andarne a prenderne sempre meno. Poi è arrivata la sfida di Salisburgo, sottovalutata e interpretata con tranquillità, giocata in maniera mai veloce e non con la cattiveria giusta. Se non fosse infatti per il solito Krasic e per il miracolo finale di Manninger, il terzo pareggio di fila in Europa League si sarebbe trasformato nella prima sconfitta. Ci si aspettava dalla Juventus di Bologna una squadra diversa, in linea con quella del campionato a testimoniare che la partita giocata in Austria fosse stata solo un piccolo passo falso, e invece c’è stata continuità in negativo, merito forse anche del Bologna che ha giocato bene in difesa e ha chiuso perfettamente i punti cardini dei bianconeri. Da parte dei bianconeri, guardando i lati negativi di quest’ultima sfida, oltre il discorso della troppa staticità e della troppa imprecisione in attacco, non si può non parlare del fatto che ormai si gioca su un'unica corsia.
Dalla gara con l’Inter, anche per dare spazio Aquilani e per aiutare meglio la difesa, Delneri si è inventato Marchisio esterno sinistro, che lavora tanto per aiutare il reparto arretrato ma che forse toglie qualcosa al lavoro che bisognerebbe fare davanti. In questo modo, giocatori di fascia come Pepe o come Martinez trovano meno spazio, giocatori che sono importanti sull’esterno per i loro cross e per la loro caratteristiche offensive. Marchisio fa un ottimo lavoro anche li, per carità, ma “costringe” la Juventus a giocare sempre sulla fascia destra, dove però basta una giornata storta per Milos Krasic che i bianconeri non riescono più a creare situazioni importanti. Contro il Milan siamo certi che per aiutare il reparto difensivo il tecnico friulano continuerà con questo accorgimento, ma crediamo che in futuro si debbano trovare altre soluzioni per aiutare il gioco stesso. Contro il Bologna, come detto, ci eravamo immaginati una gara di tutt’altro genere, una Juventus decisa al risultato in casa della squadra probabilmente peggiore del campionato, non solo per il discorso difensivo. E anche la partita in se lo ha confermato, perché è bastata qualche incursione di troppo per mandare in tilt il reparto arretrato rossoblu, che però durante tutta la partita si è difeso con i denti.
Ma per quanto il Bologna sia riuscito ad arginare la fascia destra e pericolosa dei bianconeri, e per quanto siano riusciti a difendersi bene, la Juve ha sicuramente sprecato una buona occasione per rimanere al passo con le altre squadre, perché sono proprio queste le partite che vanno vinte per non perdere troppi punti preziosi. La “chiave” della gara sta tutta nel primo tempo, e probabilmente sta proprio nell’uscita prematura di Amauri. Un Amauri che sembrava migliorato, arretrava agilmente per andarsi a cercare la palla e andava a spizzare finalmente qualche pallone di testa. Poi, una volta uscito per una piccola ricaduta, mister Delneri le ha provate tutte, cambiando assetto tattico più di una volta e cercando più soluzioni in attacco e a centrocampo, ma probabilmente è mancato proprio l’appiglio dell’italo-brasiliano perché a questa Juventus, oltre che un terzino, sembra mancare proprio il lavoro di una prima punta vera. Dopodiché, la gara è tutta giocata con un clima di nervosismo che certo non fa bene ai giocatori. Dopo le spizzate di Amauri e un occasione d’oro sprecata da Quagliarella dopo l’unica invenzione di Krasic della gara, avviene infatti il “fattaccio”: De Marco fischia un rigore inesistente su un Krasic a cui va chiarito che in Italia forse rischi qualcosa di troppo se ti butti anche quando non vieni proprio toccato, neanche andando a cercare l’aversario col cosiddetto “mestiere”, e specialmente rischi poi la non considerazione in queste circostanze nelle partite successive. E qui si scatena il putiferio.
Iaquinta, che aveva sostituito lo stesso Amauri, in giornata non proprio di grazia sbaglia il rigore tirandolo piuttosto male (e ci verrebbe da chiedere a questo punto quale siano le gerarchie in caso di rigore visto quello battuto domenica scorsa da Melo in mancanza di Del Piero) e la Juve pare rimanere quasi rintontita dall’errore che si, per un attimo pare mettere “tutto apposto” ma dall’altra non aiuta i bianconeri che pur se non validissimo avrebbe comunque dovuto mettere la palla in rete vista la gara non proprio facilissima. Da li in poi la partita è giocata a centrocampo e i bianconeri, pur facendo la partita e pur non prendendo mai tiri in porta, non riesce più a concludere, a parte un tiro di Marchisio sul finale del primo tempo e un invenzione del buon Martinez nella ripresa e da poco entrato. Altra cosa da capire è come mai una squadra come la Juve fatichi a fare sempre i forcing finali, che la squadra dominante spesso fa a fine gara. Da segnalare in crescita Aquilani ma soprattutto De Ceglie.Partita in un modo o nell’altro certo complessa ma che visti i numeri del pre partita non scagiona la Juventus, che dovrà gia dimostrare dalla sfida col Milan che la squadra vista fino ad una settimana fa non è scomparsa, sperando che i piccoli infortuni si rimedino presto e che la squadra, dopo sette giorni di lavoro, possa ritrovare quel suo nuovo smalto che la caratterizza.
Tiziano Salvatori
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