Spesso si dice “il migliore giocatore del mondo” o “il più forte”, e generalmente lo si fa indifferentemente, come se le due espressioni fossero equivalenti. Credo invece che si possa cogliere una distinzione. Se pensiamo oggigiorno al più forte del mondo, subito ci vengono in mente C.Ronaldo o Messi; a qualcuno Rooney, con Kakà ormai fuori dal giro finita la sponsorizzazione Mediaset. Giocatori che riescono a decidere le partite spesso con giocate individuali che sembrano tirate fuori dal cilindro, e che comunque danno l’impressione di mettere scompiglio nelle difese avversarie. Ma questo significa essere i migliori? Forse non basta. Il migliore è, come dice la parola stessa, colui che fa la scelta più giusta nel modo più giusto. Colui che apporta qualità alla squadra, che eleva il rendimento dei suoi compagni, che illumina e sorprende. Che non tradisce nei momenti del bisogno, ed è sempre un punto di riferimento, una garanzia. Il calcio non è solo forza o abilità, ma anche geometria, intuizione, arte: il migliore privilegia questi aspetti. Con il suo gioco, fa sì che non prenda forma la semplice voglia di supremazia di qualcuno, ma come che il calcio in sé si materializzi, ciò che sublima i propri tifosi ma che fa nascere rispetto e ammirazione universali.Queste caratteristiche trovano attualmente un grande interprete in Xavier Hernandez Creus, detto Xavi, centrocampista del Barcellona e della nazionale spagnola. Di gran lunga il miglior giocatore che da diversi anni a questa parte si possa ammirare su un campo di calcio. Quantità e qualità al servizio della squadra, dei compagni, dei tifosi e di ogni appassionato di calcio. Metronomo inesauribile ma geniale negli assist o nelle aperture all’occorrenza; visione di gioco anticipata di diversi secondi rispetto a tutti; tecnica sopraffina; capacità di dribbling nello stretto ad evitare il pressing avversario; corsa e grinta da vendere in fase difensiva. Carisma e leadership assoluta nella zona nevralgica del campo, la cui pericolosità negli inserimenti sottoporta e nelle soluzioni balistiche è solo una ciliegina sulla torta. Il tutto ai più alti ritmi. Non solo, è tremendamente efficace: perno del Barcellona e della Spagna vincitutto degli ultimi anni. Si diceva del più forte: torna in ballo anche per questo titolo. Nessuno ha vinto come lui. Gente come C.Ronaldo e Rooney sono troppo anonimi con le loro nazionali, ed altrettanto si può dire del suo tanto celebrato compagno di squadra Messi. Non si può assegnare la palma del più forte a chi in determinati contesti sparisce puntualmente. Allo stesso modo, si può ritenere Pirlo il principale artefice non solo della vittoria mondiale del 2006, ma anche della Champions milanista del 2007, con Kakà a spuntare fuori ogni tanto con la zampata decisiva. Sfuggire al pressing a metà campo e sfornare in continuazione giocate di qualità: è il vero segreto delle squadre vincenti. Farlo ai massimi livelli e con continuità è attestato di elezione assoluta. Invero, l’unico altro giocatore che può insidiare Xavi nella palma del migliore e più forte è sì un suo compagno di squadra, ma non Messi: bensì Iniesta, per una coppia di centrocampisti forse irripetibile, la vera forza del Barcellona e della Spagna. Hanno vinto tutto e da protagonisti anche senza Messi, mentre l’argentino risulta sempre spaurito senza di loro. Personalmente, tra i due continuo a preferire Xavi, e con margine. Alla Juve abbiamo una grande tradizione di giocatori che sono arrivati al riconoscimento di essere considerati i migliori del loro periodo, e che lo hanno fatto grazie alla loro qualità più che ad altre caratteristiche: Platini, Baggio, Del Piero, Zidane. Giocatori fantastici che hanno contribuito in modo decisivo a diffondere il marchio della nostra società nel mondo perché capaci di incarnare gli ideali calcistici di tutti. Diverso, ad es., lo stile dell’ ex-fenomeno Ronaldo. I due francesi, in particolare, lo hanno fatto da centrocampisti, ciò che ne aumenta ancor più il valore. Non avremo dunque difficoltà a riconoscere in Xavi il vero protagonista del calcio degli ultimi anni, e quanto di meglio una squadra possa vantare. Complimenti a lui e alla grande scuola del Barcellona che l’ha formato, scuola da cui tutti devono trarre esempio
THOMAS EJUVENTUS
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