domenica 4 luglio 2010

La Juve davanti ad un bivio: Dzeko o Krasic?

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C'era una volta l'esaltante campionato delle 7 sorelle quando Fiorentina, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Parma e Roma partivano in estate con ambizioni di scudetto e sogni di vittorie internazionali.
Poi i problemi societari della Fiorentina di Cecchi Gori, della Lazio di Cragnotti e del Parma dei Tanzi hanno ridotto a quattro le compagini che nell'ultimo decennio sono rimaste ai vertici del calcio italiano.
In particolar modo, prima del 2006 c'era la Juve della Triade a dominare in Italia e il Milan di Berlusconi in Europa. Poi è arrivato il ciclone Calciopoli a spazzare via le gerarchie precedenti e riscrivere la storia del calcio.
Dall'estate dello scandalo in poi stiamo assistendo a campionati monotoni a senso unico in cui l'Inter domina dall'inizio alla fine, salvo in un paio di circostanze sentire il fiato sul collo da parte della Roma.
Ci avevano detto che dopo Calciopoli il calcio sarebbe stato più pulito e combattuto, con possibilità per tutti di vincere. E' ovvio che ci hanno preso in giro anche su questo.
L'Inter è diventata in assoluto la squadra più forte, praticamente imbattibile ed inarrivabile, l'unica poi con un Presidente disposto ancora ad investire e senza l'ansia da prestazione che aveva condizionato i suoi campionati fino all'estate 2006.
Guardando l'attuale rosa neroazzurra e confrontandola con quelle attuali di Juventus, Milan e Roma viene da chiedersi in che modo si potrà mettere fine a questo dominio assoluto dell'Inter.
Non certo con gli acquisti di Pepe, Martinez, Bonucci, Storari e Motta effettuati dalla Juventus, tutti congeniali al gioco di Del Neri certo, ma nessuno di loro campione che possa fare la differenza e ridurre il gap tecnico dal vertice della classifica.
Non sta meglio il Milan che ormai non investe più e per rilanciarsi propone un parametro zero di 34 anni come Yepes o la rinascita di Amelia e lo trovi a trattare sul mercato giocatori come Blasi, Lazzari e Caceres. Siamo davvero lontani dai tempi in cui la squadra rossonera dominava nelle trattative estive.
La Roma pur essendo l'unica squadra che è riuscita a resistere ad alta quota nonostante i gravi problemi societari che la tormentano, non ha più niente da investire se non idee.
Idee come quella di provare a recuperare Adriano, scommessa però quasi persa in partenza.
E chissà poi chi sarà quest'anno il giocatore che verrà venduto per fare cassa. Negli anni passati è stato il turno di Samuel, Chivu, Mancini, Aquilani. A chi toccherà stavolta?
Forse a Mexes, che con il contratto in scadenza nel 2011 potrebbe altrimenti diventare un problema futuro per i giallorossi.
Con queste premesse, c'è poco da sognare un campionato avvincente nella lotta scudetto anche perché le altre realtà che si sono affacciate ai vertici in questi anni come Palermo, Sampdoria, Napoli e Genoa sembrano entrate in una fase di stallo e con poca voglia di investire.
A complicare il tutto ci ha pensato poi come sempre la Figc, riducendo in corsa il numero dei nuovi extracomunitari tesserabili da 2 a 1.
Cosa cambia con questa norma?
Cambia che ad esempio la Juventus che voleva provare il doppio colpo Dzeko-Krasic adesso dovrà scegliere uno solo su cui puntare, con il rischio magari di perderli entrambi e dover ripiegare sul Guberti o il Gilardino di turno.
Cambia che tutte le squadre adesso prima di puntare su un giocatore cileno piuttosto che giapponese, magari ammirato in questo mondiale, ci penseranno non 1 ma 100 volte per non privarsi della possibilità di fare il colpo di mercato a basso costo, magari proprio il 31 Agosto. Chissà ad esempio se il Milan continuerà a trattare Honda.
Cambia che chi come il presidente della Lazio Lotito stava trattando più giocatori extracomunitari per l'anno prossimo dovrà per forza di cosa aspettare, prima di fare la scelta sbagliata irreversibile.
Cambia che chi come la Roma ha già tesserato un extracomunitario come Adriano non potrà più fare mercato al di fuori della comunità europea.
Certo che questa norma fa davvero sorridere amaramente perchè nell'idea originale dovrebbe servire ad aiutare a rilanciare i vivai italiani.
Ragionando bene però la vicenda assume toni grotteschi se solo si pensa a 2 cose:

1) La squadra che attualmente domina in Italia ha nella sua formazione titolare 4 argentini, 3 brasiliani, 1 serbo e 1 camerunense.
9/11 di formazione provengono da paesi al di fuori della comunità europea. Quindi la norma è facilmente aggirabile attraverso la naturalizzazione dei giocatori e i passaporti multipli.

2) La media età del campionato italiano è tra le più alte in assoluto di tutto il mondo.
L'Italia è un paese per vecchi, basta pensare che quando i giovani italiani da noi giocano ancora in primavera, nei campionati esteri di pari livello i coetanei sono già arrivati all'autunno…



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