venerdì 23 luglio 2010

Cessioni, regista, attacco: Marotta, sveglia!!!

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Siamo stufi di sentirci dire, e spesso lo facciamo anche tra di noi, che il mercato finisce il 31 agosto. Sono 4 anni che è così. Le squadre che hanno le idee chiare conducono e portano a termine ben presto le loro operazioni di mercato. Un altro luglio sta filando via in vane attese e sembra che sono sottovalutate alcune questioni basilari della nostra rosa. Sono tra quelli che ha finora appoggiato tutte le scelte di Marotta, da Del Neri a Pepe, a Martinez. Ma perché in ottica di ricostruzione, e non fini a sé stesse.

Ora però bisogna procedere; innanzitutto, le cessioni: inutile ripetere i nomi che sappiamo tutti. Le richieste ci sono state, e ci sarebbero pure: in squadre di seconda fascia e non abituate ai giocatori che la Juve ha storicamente avuto, potrebbero fare la loro professione dignitosamente; un po’ come accaduto a Stoccarda per Molinaro che, invero, sarebbe stato l’unico da tenere (per una questione di rendimento, stipendio, ed età). O si trovano una squadra o fanno tribuna. Il Real M. lo fece con Ronaldo e Cassano, il Barcellona Ronaldinho, ed erano ben più giovani dei nostri. Cessioni anche a prezzi (leggermente) inferiori a quelli di mercato, per maturare un tesoretto con cui rimediare alle falle della squadra. Innanzitutto:

Regista: non si scende in campo se non si ha il giocatore cui affidare il pallone in fase di ripartenza, che dia cambio di passo a metà campo e che sia una garanzia nel controllo del pallone e e nella gestione della manovra. Le grandi squadre ne hanno due; noi nemmeno mezzo. Da anni, forse decenni. E’ ridicolo che abbiamo finito il ritiro senza aver aggiunto questa tessera nella squadra. Almiron andava tenuto in attesa di un nome importante, e frasi di scherno nei suoi confronti non cambiano il valore di chi è rimasto.

Attacco: non è una novità; l’unico innesto consistente nel reparto negli ultimi 10 anni è stato Ibrahimovic, che è comunque andato via da un pezzo. Non si fa così. Ora la situazione è chiara: siamo senza attacco. Iaquinta sarebbe l’unico mezzo buono, ma in tre anni è sempre stato infortunato. Amauri in due anni di Juve non si è mai visto calciare in porta né mai presentarsi davanti al portiere avversario. Trezeguet è finito, e lo è da un pezzo: con i gol a due metri dalla porta si può svangare qualche partita, ma non si tira su un gioco di squadra e non si fanno le stagioni. No comment su Del Piero. Inutile sognare chissà quali riscatti o recuperi: i valori sono questi, e pozioni magiche non esistono. In quattro non ne fanno uno. Già un Cavani, ad es., avrebbe fatto più che comodo nelle nostre condizioni, in attesa di prendere l’uomo forte in questo o in successivi mercati.

Dzeko è un sogno, ma di quelli realizzabili se veramente si capisse la situazione in cui versiamo. Se il Wolfsburg non vuole contropartite, diamogli Iaquinta, Amauri, Poulsen, Grygera e 15 milioni, e poi vediamo se non gli andrà bene. Non ci rimetteremmo: una stagione buona alla Juve di un grande attaccante vale decine di milioni di euro. E comunque, andrebbe bene solo contando gli ingaggi.

L’ anglogiamaicano Ashley Young, esterno sinistro/seconda punta, 25 anni, è da diverse stagioni all’Aston Villa, dove ha espresso le sue qualità fino ad ottenere grande credito, ciò che lasciava presupporre un suo passaggio ad una big fino allo scorso anno. Veloce e tecnico, fa gran movimento, calcia benissimo e fornisce molti assist. Duttile tatticamente, potrebbe ricoprire diversi ruoli nella Juve che si sta formando: laterale a sinistra o seconda punta nel 4-4-2, perfetto come esterno sinistro nel 4-2-3-1. Un giocatore di qualità e brio che alla Juve darebbe ossigeno prezioso. Avendo i Villans mancato la Champions, potrebbe aver voglia di nuove sfide e l’età è quella giusta. Non ultimo, è comunitario. In questo momento, complice anche la mancata (inspiegabile) convocazione in Sudafrica, ha un prezzo accessibile (20 milioni?) che con una contropartita tecnica diventerebbe davvero abbordabile. Oppure, puntare decisi su Walcott dell’Arsenal con contropartita F.Melo.

In ogni caso, è in Premier League che bisogna guardare: lì sono avanti 5-10 anni rispetto a tutti, ed anche un giocatore medio lascerebbe il segno in Italia (vedi Sissoko appena arrivato).

Bando ai sentimentalismi e alle frottole che ci raccontiamo da soli. Senza un attacco e giocatori di qualità a metà campo saremo la stessa inguardabile non-squadra dell’ultimo anno. La scorsa stagione non è stata sfortunata: quello era il valore della squadra, ed è andata fin troppo bene con un posto in Europa League. Ora, il gap con Napoli, Sampdoria e Palermo non è affatto colmato, e rischiamo una stagione da 10-12° posto. Il calcio professionistico è una cosa seria e va rispettato.

Il pesce puzza dalla testa e la testa è sempre quella; però Marotta, ora svegliamoci, che di manager sognatori e sorridenti non ne abbiamo bisogno.

O dobbiamo ripensare alla malafede?

THOMAS EJUVENTUS

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