La passione è un sentimento straordinario, ti dà sensazioni fortissime ed intense. La passione mi ha regalato molti momenti indimenticabili e tra questi avrei voluto fortemente che fosse stato presente anche QUEL MOMENTO LI’……..quello del 29 Maggio 1985. Quello del grande evento, quello della rivincita, quello della “prima volta”, quello della Coppa dei Campioni (…..nome più affascinante dell’attuale Champions League).
E invece no. Adesso, a distanza di 25 anni, mi dà grande imbarazzo ricordarmi che, quella sera, l’infinita passione per la mia Juve prese il totale sopravvento sulla ragione. Non capivo cosa stava succedendo, qualche indiscrezione cominciava ad uscire fuori, ma in me cresceva il fastidio (……..sì fastidio……a pensarci adesso mi vergogno……) tipico della festa rovinata.
Ho gioito, ho esultato ma con il freno a mano tirato, perché dentro di me avevo una strana sensazione, un senso di tormento. Il giorno dopo la tremenda conferma. Assolutamente stravolto, il primo pensiero fu “non è possibile che tutto ciò sia capitato proprio alla mia Juve”, non 2 anni dopo la delusione di Atene.
Non sono stato presente a Bruxelles (….ah il destino!) ma, grazie ad un episodio casuale accaduto il 29 Maggio 2008, ho avuto la possibilità di sentirmi anch’io partecipe di quella maledetta sera. Collaborando alla preparazione di una puntata speciale televisiva sull’Heysel nel 2008, ho avuto la fortuna di contattare e conoscere il signor Otello Lorentini, padre di Roberto, uno dei 39 Angeli, presidente dell’Associazione dei familiari delle vittime dell’Heysel.
Appena mi presento e gli spiego il motivo della mia telefonata percepisco subito in lui un sentimento di naturale diffidenza che capirò più tardi. Molto gentile e schietto mi dice che, di questa tragedia, lui ne ha parlato abbastanza e che è tutto scritto in un libro, L’UNICO CHE DICE TUTTA LA VERITA’ (…quello di Francesco Caremani…ndr).
Continua dicendomi che in molte trasmissioni televisive si sono dette tante fesserie, pensando più alla forma che alla sostanza delle cose. Lo convinco ugualmente ad intervenire telefonicamente garantendogli che potrà raccontare tranquillamente la sua verità. Lorentini mi chiede solamente a che ora è previsto il suo intervento perché, il giorno della trasmissione, c’è la solenne Messa in ricordo dei defunti.
Un brivido intenso percorre la mia schiena. Onore ai defunti. Termina la telefonata ed io penso: dov’è la Juventus in tutto questo? Lorentini non l’ha mai nominata ed in più mi confessa che il nipote Andrea, figlio di Roberto, è simpatizzante dell’Inter perché la Juve proprio non riesce a tifarla. Credo fermamente che il ricordo dell’Heysel debba vivere sempre in noi tifosi bianconeri e NON, e credo che, in primis, debba essere proprio la nostra amata Juventus a ricordarlo sempre. FORZA JUVE, vinci anche fuori dal campo!
Stefano Bellini
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venerdì 4 giugno 2010
Il “mio” Heysel
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