Gli effetti della trasformazione del campionato italiano di calcio da più bello a più pulito del mondo non finiscono di stupirci. Ieri sera abbiamo assistito ad una serata vissuta interamente all’insegna del new deal inaugurato nell’estate del 2006, pervicacemente voluto dal principe degli onesti. Magistralmente perorato in questi quattro anni densi di emozioni dalla FIGC, che a profusione ha arruolato dirigenti e commissari di ogni tipo per garantire la totale parzialità nei confronti di chi l’onestà se l’era guadagnata a tavolino. Bonariamente assecondato dai dirigenti della Juventus e dal suo azionista di maggioranza degli ultimi anni, che quattro fa portarono a termine con grande successo la portentosa operazione smile, volta a svincolare la Juventus e i suoi tifosi dall’odio rivale che da sempre li aveva orgogliosamente afflitti. Complice la prezzolata partecipazione del massimo quotidiano sportivo italiano e di alcune altre testate un tempo degne di rispetto e oggi promotrici della nuova tendenza alla (dis)informazione che caratterizza il giornalismo italiano. Temerariamente alla ricerca della mistificazione della notizia, quando non dell’occultamento in trafiletto di righe otto in quattordicesima pagina, retaggio della pericolosa pratica del diritto di cronaca. Che si può pretendere? Certi vizi sono duri a morire. Ragione per cui è bene, al fine di ridicolizzare i fatti, sceneggiarli in prima pagina a colori e a otto colonne in guisa di vignette. Qualche strombazzamento, qualche immagine ritoccata con Photoshop, qualche gioco verbale di originalità scadente e l’imbroglio è servito. Che importa se qualche cocciuto lettore fuori moda ogni tanto si domanda a chi fanno capo queste illustri firme, chi è che le foraggia, l’importante è rendere onore al merito della falsità, dell’invenzione mediatica e del regime degli etici. Quelli che anche da morti avrebbero qualcosa da dire, se diventasse palese che in certe fogne amavano sguazzarci meglio degli altri. Chi ha dimenticato i passaporti falsi, le plusvalenze, i bilanci fittizi, la vendita del brand? Bazzecole al confronto delle divagazioni telefoniche con i designatori e gli arbitri, dei regalini promessi e delle grigliate sdoganate dal rischio di immoralità. Adesso che è di pubblico dominio che anche gli insospettabili di Milano si lasciavano andare a pratiche sataniche un tempo ritenute “roba da Triade” è tempo di rivedere giudizi e pregiudizi. Crosa dal TG5 mattina ci informa che voler cercare un senso etico nel calcio gli fa venire da ridere. E col suo vestitino stirato, la camicia inamidata, la cravatta ben annodata stai a vedere che ci riesce. A farci piangere. SKY insiste che l’Inter ieri sera è stata solo una vittima. Come sempre, delle circostanze. Che ci possono fare se in fondo i virtuosi sono amati da tutti? Peccato che per quattro anni ci avete massacrato con l’idea che anche solo pensare nel buio della propria stanza di telefonare a Bergamo o Pairetto fosse peccato mortale. Oggi che sappiamo che anche i beati hanno un telefono, oggi che il sipario si è alzato pure sulle cene degli immacolati, è tutto lecito e niente strutturato. Chi se ne frega se qualcun altro ha dovuto scontare inferno e purgatorio. Se quattordici milioni di persone sono state turlupinate e offese. Si è scoperta un’etica nuova, ma a ben pensarci vecchia come il mondo. Questo calcio pulito, questa gioia condivisa sugli spalti fa bene al cuore. Ci parla dell’amicizia, di un sentimento caro a certi capoccioni avvezzi a bruciare figurine e tagliuzzarsi le mani. Gente che sarebbe capace di minacciare i calciatori della propria squadra del cuore se solo si azzardassero a giocare una partita contro gli dei dell’amicizia. Servetti di chi nel buio del palazzo improvvisa crociate e giochicchia con croci e pentacoli. Benvenuti nel medioevo del calcio. Dove non c’è più violenza e tutti vivono felici e prescritti. Dove lo sponsor si confonde con la giustizia. Dove gli amici sono “preziosi”. E, soprattutto, si può fare tutto se si hanno gli amici giusti. Come insegnavano in quella casa detta delle libertà.
Benvenuto anche a te, Andrea. Che il tuo giovane cuore incorrotto possa essere non quello dell’animale mite del quale porti il cognome illustrissimo, ma quello di un leone. Che nel tuo nome di battesimo sia scritto il futuro. E il nostro destino. Che il calcio e la Juve ritornino all’Uomo.
La juventina
Forza Juve
Giusy
Complimenti, bellissimo post, chiarificante sull'attuale situazione.
grande! la pensiamo tutti come te, ma come farci sentire alla FIGC ?