Ora possiamo dire senza alcun dubbio che aveva ragione Paolo Bergamo quando affermava di non parlare al telefono soltanto con Moggi.
Infatti con la pubblicazione delle telefonate intercorse tra il presidente degli “onesti” Massimo Moratti e l’ex designatore arbitrale, viene sfatato anche questo tabù.
Per non dimenticare, cito una notizia ANSA uscita il 27 ottobre u.s., che riportava delle dichiarazioni rilasciate dal dott. Giuseppe Narducci, (uno dei due Pubblici Ministeri del processo cosiddetto “calciopoli” che si sta svolgendo a Napoli) nella quale il magistrato napoletano dichiarava “sono balle smentite dai fatti le tesi
sull'esistenza di un sistema generalizzato in cui erano tutti a parlare
con tutti. Nelle migliaia di intercettazioni, ha sottolineato il
magistrato, ''ci sono solo quelle persone (gli attuali imputati, ndr),
perche' solo quelle colloquiavano con i poteri del calcio''. ''I cellulari
- ha aggiunto – erano intercettati 24 ore su 24: le evidenze dei fatti
dicono che non e' vero che ogni dirigente telefonava a Bergamo, a
Pairetto, a Mazzini o a Lanese: le persone che hanno stabilito un rapporto
con questi si chiamano Moggi, Giraudo, Foti, Lotito, Andrea Della Valle e
Diego Della Valle''. E cio' vale anche per le schede ''occulte'', cioe' le
schede sim segrete che Moggi aveva fornito a arbitri e designatori.
''Schede del signor Moratti e del signor Sensi non ce ne sono, ci sono
invece quelle schede di cui abbiamo parlato'', ha affermato Narducci. ''Piaccia o non piaccia agli imputati non ci sono mai telefonate tra Bergamo o Pairetto con il signor Moratti, o con il signor Sensi o con il signor Campedelli, presidente del Chievo...''.
Le telefonate trascritte dalla difesa di Moggi e pubblicate in questi giorni smentiscono il dott. Narducci. Anche Moratti telefonava.
Come non ricordare, inoltre, il titolo di un famoso quotidiano: "Ecco come venivano truccati i sorteggi arbitrali".
Tale titolo fu pubblicato dopo la deposizione resa dall’ex segretario della CAN, Manfredi Martino. Per il teste il sorteggio del big-match Milan-Juve fu probabilmente truccato, "perché ci fu uno strano colpo di tosse del designatore Bergamo quando il giornalista incaricato dall'Ussi scelse la pallina gialla degli arbitri". Si, si, avete capito bene, la prova stava proprio nello “strano colpo di tosse”.
Ora, spunta fuori un’intercettazione nella quale il presidente interista dice “Guardate, proprio bravi” dice ai guardalinee nel post-partita, talmente bravi che “mi hanno strizzato l’occhio”.
Naturalmente, non possiamo pretendere che una “strizzata d’occhio” abbia, in sede penale, la stessa rilevanza che può avere uno “strano colpo di tosse”.
Comunque, in attesa di ulteriori intercettazioni che, a detta del direttore Moggi, usciranno nei prossimi giorni e nella speranza di riuscire ad avere un quadro più dettagliato della situazione, consentitemi una domanda, ma se Manfredi Martino nella sua deposizione avesse detto che al momento dell’estrazione della biglia dall’urna, invece che uno “strano colpo di tosse” avesse sentito una “strana flatulenza” quale reato si sarebbe configurato? E soprattutto quale pena avrebbe ritenuto congrua l’Avv. Zaccone?
Flavio Napoleoni
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