Comunque sia non si possono che sottolineare due punti positivi: il primo, su tutti, è un accenno dovuto al capitano di questa squadra. Alessandro Del Piero, simbolo di questa e delle ultime diciassette Juventus, oltre a confezionare una doppietta nei primissimi minuti di gioco, è sempre più il trascinatore, a trentacinque anni inoltrati, di questa squadra, portandosi a quota trecentouno gol in carriera. Un altro accenno va fatto su mister Zaccheroni, che a caldo, ai microfoni delle varie tv, si è fatto trovare preparato gia su quelli che saranno i ritocchi da fare e su cosa lavorare, e ci pare abbia gia individuato tutti i vari problemi da gestire in allenamento. Il problema difensivo è sicuramente uno dei temi che il mister dovrà prendere più in considerazione, gli automatismi ancora non vanno e ci sono troppi errori. Al primo squillo di tromba, infatti, Grygera consegna il pallone a Maccarone che, in giornata e grazie anche ad un Cannavaro nel primo tempo non certo straordinario, insacca facile alle spalle di un Chimenti buttato nella mischia, dopo l’ennesimo infortunio di stagione. Da quel momento inizia un apparente controllo della gara che all’inizio del secondo tempo porta alla rinascita del Siena, che guidati dal vecchio “lupo di mare” Malesani, ci crede e vola verso un pareggio, che è simbolo del credo psicologico di tutte le squadre che sono venute a giocare al Comunale quest’anno, a testa alta e contro una Juve non certo brillante.
Da li in poi la Juve comincia a scricchiolare in più occasioni e assomiglia sempre più a quella squadra di qualche mese fa, che pare provarci a creare qualcosa ma che proprio non riesce a finalizzare. Ghezzal, aiutato da uno spumeggiante Maccarone, risolve la situazione con un gol di rimpallo in posizione regolare e fa crollare il castello dei sogni bianconeri. La gara diventa incandescente, e le soluzioni sarebbero potute diventare due: o il gol definitivo juventino oppure il gol del pareggio. Grygera risolve il dilemma, nel peggiore dei modi. Dopo l’erroraccio del retropassaggio a Maccarone per l’uno a zero, atterra in area il fantasista sienese e permette a Ghezzal di firmare la doppietta che chiude definitivamente i sogni bianconeri, che da li in poi non riescono più ad addrizzare la situazione. Gravissimo l’approccio mentale del secondo tempo della Juve, che fatica a giocare bene, e che neanche l’entrata di Diego porta la squadra a ritrovare quella compattezza che durante la gara pareva sparita. Anzi, si innervosisce troppo proprio perché non riesce a fare quel qualcosa in più, sprofondando pian piano fino allo sfogo assurdo di Felipe Melo che si sfoga col pubblico. Di certo Zac avrà molto a cui pensare in questi tre giorni che portano al ritorno di Europa League contro il Fulham, giovedì infatti già ci sarà bisogno di conferme, perché se quello col Palermo era stato un passo falso, quello di ieri non può essere che una ricaduta che deve portare solo ad una reazione. E’ da questo che la Juve deve ripartire, consapevole che i passi in avanti fatti sono stati molti e che bisogna arrivare ad un punto in cui non solo si ritrovi la piena consapevolezza delle qualità che si hanno, ma in cui la mentalità vincente va oltre tutto per schiacciare qualsiasi avversario con forza e cinismo. Di certo quest’anno tra infortuni continui e ricadute varie, c’è bisogno di qualche risultato positivo, possibilmente senza prendere gol.
Tiziano Salvatori
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