I ragazzini terribili di Bruni fanno sfracelli al Torneo di Viareggio e conquistano la Coppa Carnevale bissando il successo dello scorso anno e, con la quinta vittoria in cinque anni, portando a sette il bottino complessivo. Secondi ormai solo al Milan e alla Fiorentina, che possono vantare otto tornei vinti, non si fermano qui e si prendono anche i titoli di miglior portiere e miglior realizzatore. Se infatti Immobile si conferma uno strepitoso attaccante non tanto in erba, avendo già debuttato sul palcoscenico della squadra maggiore, e non si smentisce realizzando goal a grappoli (dieci in tutto, miglior realizzatore di sempre), Pensoglio si presenta al fischio d’inizio della finale con al passivo una sola rete, e alla fine ne conterà solo tre. Ma tutta la squadra ha mostrato uno spirito, una compattezza e una maturità che lasciano ben sperare per il futuro di questi ragazzi e della Juventus. A rendere più toccante il momento della premiazione, i ricordi personali che si fondono alla gioia collettiva. I due tornei vinti come giovane calciatore dallo stesso Bruni e la maglietta di immobile, con i nomi di Riccardo e Alessio, i due ragazzi scomparsi a Vinovo qualche anno fa ma sempre vivi nella memoria dei loro compagni e di tutti gli Juventini.
A dire il vero la partita era iniziata sotto il segno di un penalty ineccepibile, non quanto quello che ieri ha consentito alla Juve dei “grandi” di portare a casa i tre punti tanto disiati. Sono (stati) periodi di vacche magre e non è il caso di fare gli schizzinosi. Del resto ieri si era rivista in campo, dopo tante peripezie, un po’ di Juve e, quello che conta, un poco di stile Juve. Del Piero si prendeva dalle mani di Bettega la maglietta con il 445 che, almeno per una volta, non voleva alludere a un altro schema, ma al numero di partite giocate con la maglia della Juventus, primato che ha scippato a Boniperti. E siccome un cavaliere non abbandona mai la sua Signora, figuriamoci poi nel giorno di S. Valentino, sentiva scattare dentro la molla infallibile dell’amore e decideva che era ora di finirla con le depressioni e di mandare i guai in cantina, rimettendosi l’armatura e coinvolgendo Diego (in fondo lo avevamo portato a Torino per questo), in una bella azione che finiva in goal. La Juve è tornata. La cura ha funzionato. Abbiamo il Capitano. Ancora una volta, per uno che è classe 1974 non è poco, sarà lui a riprendere la Juventus per mano e a ricondurla là dove le spetta? Un poco incredula mi scuoto e mi domando se non mi hanno abbioccato i maccheroni al sugo con i cinque “puttusi” e le “chiacchiere”. Non sto sognando. Il goal viene convalidato. Ci posso credere ancora. Con quel poco di speranza che mi è rimasta nel cuore (più che nella testa), vagheggio il recupero di una stagione persa. La mente corre alla partita con l’Ajax e a un’ipotetica EL che non considero affatto un ripiego da niente. Si può fare… inizio a farneticare… ma non finisco la visione che Buffon si incarta, non trattiene il pallone e il Genoa pareggia. Solito rosario di imprecazioni. Invece stavolta succede l’imprevisto e non sempre la parola ha esito negativo. Perché Del Piero è Del Piero. E nella sua valigia di sogni possiede quello che non entra nel baule che contiene tutto il suo bagaglio tecnico e caratteriale. Così si ricorda che non è solo la festa degli Innamorati, ma anche la Domenica di Carnevale. E più o meno consciamente, con tutta la sua voglia di continuare a essere Del Piero a dispetto di tutto e di tutti, della malasorte, degli inganni di una maledetta estate targata 2006, degli infortuni e persino degli anni che passano, confeziona uno scherzo che non solo riapre la lotta per un posto in Champions, ma anche un modo di essere del calcio italiano del quale, forse, noi Juventini abbiamo sentito per troppo tempo la mancanza. Si defila sulla sinistra accompagnando il pallone e, complice la dabbenaggine del difensore che non lo molla, si procura un rigore che visto in diretta appare legittimo e moviolato fa nascere il dubbio. Intanto vinciamo. In casa. Dopo più di due mesi. E rimettiamo a posto il continuum spazio-temporale che si era rotto proprio nel girone di andata al Marassi contro la stessa squadra, in quella serata maledetta con due reti annullate che ci aveva sprofondato nel doppio incubo di un film già visto e di un progressivo ridimensionamento della classifica, delle ambizioni, della credibilità e dell’attendibilità delle scelte fatte e, soprattutto, di coloro che le avevano fatte. E’ andata. Si facciano avanti i promotori del solito carro carnascialesco di accuse e teatrini mediatici. Si sgolino dietro le loro maschere urlando al complotto. Vagheggiando quel calcio che senza la Juve non riescono a inventare. Ma questa è un’altra storia. Di pagliacciate ne abbiamo viste fin troppe. Di pagliacci in giro ce ne sono ancora parecchi. Preziosi, Moratti, Mourinho… sembra una sfilata, pare davvero di essere a Viareggio o ad Acireale, a un passo da casa mia… Almeno qui vedrò con i miei occhi bruciare il fantoccio di Re Carnevale…
la juventina
Forza Juve Giusy
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