C’era una volta la Juve pre-calciopoli…. non è l’inizio di una bella favola ma la triste realtà.
Una squadra - a livello manageriale - tra le migliori al mondo. Una società composta da persone altamente qualificate, dove ogni cosa era studiata a tavolino e nulla lasciato al caso.
La cosiddetta “triade” gestiva tutto meticolosamente, sino al più piccolo dettaglio. La parte economico-amministrativa seguita dal “commercialista” Antonio Giraudo, la parte tecnica – compresi gli aspetti relativi al rapporto contrattuale con i calciatori - affidata al Direttore Generale Luciano Moggi, l’immagine affidata all’ex bandiera Roberto Bettega e per finire la gestione tecnico-tattica affidata – nei corso dei vari anni – a tecnici del calibro di Lippi, Ancelotti e Capello.
Una macchina organizzativa perfetta che, anche nei momenti di difficoltà, ha saputo reagire alla grande e, se cadeva, sapeva sempre rialzarsi, diventando ogni volta più forte di prima. Ogni altra società calcistica, ad eccezione forse del Milan, in confronto, sembrava fatta da “dilettanti allo sbaraglio”.
Solo per dare un’idea, quando noi acquistavamo calciatori del calibro di Zidane, Inzaghi, Davids, Ibrahimovic, Nedved, Buffon, Mutu e potrei citarne altri mille, il paragone con un’altra big e cioè l’Inter, era impietoso. Infatti, i nerazzurri erano capaci di mettere sotto contratto “campioni” del calibro di Pistone, Farinos, Van der Meyde, Gresko, Vampeta, Sforza, Brechet, Taribo West e tanti altri che non elenco per non riempire il foglio.
La bravura dei dirigenti Juventini consisteva nell’acquistare sì, campioni a prezzi competitivi, ma soprattutto nel rivenderli a prezzi altissimi, mantenendo, con questa politica societaria, bilanci sempre in attivo, senza far spendere soldi alla proprietà.
L’Inter era esattamente il contrario, comprava pseudo-campioni a cifre enormi, li svalutava ed infine li rivendeva a due lire, facendo spendere alla proprietà ingenti somme di denaro.
La Juve post-calciopoli, ma soprattutto nell’attuale campionato, è rappresentata da un’unica persona e cioè il Dott. Blanc, che fa – con scarsi risultati - da “triade”.
Ai giorni nostri le parti si sono invertite, grazie allo smembramento della “vera Juve” avvenuta tramite calciopoli - da molti definita farsopoli - è l’Inter a vendere bene (Ibrahimovic) e comprare a prezzi ragionevoli campioni del calibro di Schneider, Eto’o, Milito e Pandev, giocatori in grado di fare la differenza, mentre è la Juve a prelevare pseudo-campioni, a prezzi esorbitanti, del calibro di Andrade, Boumsong, Thiago, Almiron e Poulsen, spendendo in questi ultimi quattro anni la bellezza di 250 milioni di euro circa, quasi tutti sborsati dalla proprietà, a fronte di pochi milioni di euro incassati per le cessioni.
Quando noi eravamo l’Inter……. Meditate gente, meditate.
Flavio Napoleoni.
Una squadra - a livello manageriale - tra le migliori al mondo. Una società composta da persone altamente qualificate, dove ogni cosa era studiata a tavolino e nulla lasciato al caso.
La cosiddetta “triade” gestiva tutto meticolosamente, sino al più piccolo dettaglio. La parte economico-amministrativa seguita dal “commercialista” Antonio Giraudo, la parte tecnica – compresi gli aspetti relativi al rapporto contrattuale con i calciatori - affidata al Direttore Generale Luciano Moggi, l’immagine affidata all’ex bandiera Roberto Bettega e per finire la gestione tecnico-tattica affidata – nei corso dei vari anni – a tecnici del calibro di Lippi, Ancelotti e Capello.
Una macchina organizzativa perfetta che, anche nei momenti di difficoltà, ha saputo reagire alla grande e, se cadeva, sapeva sempre rialzarsi, diventando ogni volta più forte di prima. Ogni altra società calcistica, ad eccezione forse del Milan, in confronto, sembrava fatta da “dilettanti allo sbaraglio”.
Solo per dare un’idea, quando noi acquistavamo calciatori del calibro di Zidane, Inzaghi, Davids, Ibrahimovic, Nedved, Buffon, Mutu e potrei citarne altri mille, il paragone con un’altra big e cioè l’Inter, era impietoso. Infatti, i nerazzurri erano capaci di mettere sotto contratto “campioni” del calibro di Pistone, Farinos, Van der Meyde, Gresko, Vampeta, Sforza, Brechet, Taribo West e tanti altri che non elenco per non riempire il foglio.
La bravura dei dirigenti Juventini consisteva nell’acquistare sì, campioni a prezzi competitivi, ma soprattutto nel rivenderli a prezzi altissimi, mantenendo, con questa politica societaria, bilanci sempre in attivo, senza far spendere soldi alla proprietà.
L’Inter era esattamente il contrario, comprava pseudo-campioni a cifre enormi, li svalutava ed infine li rivendeva a due lire, facendo spendere alla proprietà ingenti somme di denaro.
La Juve post-calciopoli, ma soprattutto nell’attuale campionato, è rappresentata da un’unica persona e cioè il Dott. Blanc, che fa – con scarsi risultati - da “triade”.
Ai giorni nostri le parti si sono invertite, grazie allo smembramento della “vera Juve” avvenuta tramite calciopoli - da molti definita farsopoli - è l’Inter a vendere bene (Ibrahimovic) e comprare a prezzi ragionevoli campioni del calibro di Schneider, Eto’o, Milito e Pandev, giocatori in grado di fare la differenza, mentre è la Juve a prelevare pseudo-campioni, a prezzi esorbitanti, del calibro di Andrade, Boumsong, Thiago, Almiron e Poulsen, spendendo in questi ultimi quattro anni la bellezza di 250 milioni di euro circa, quasi tutti sborsati dalla proprietà, a fronte di pochi milioni di euro incassati per le cessioni.
Quando noi eravamo l’Inter……. Meditate gente, meditate.
Flavio Napoleoni.
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